SANT’ONOFRIO: LA “CUCINEJIA” ESEMPIO DI GENUINA SOLIDARIETÀ.
(SANT’ONOFRIO) Nel solco di una tradizione che si rinnova, anche quest’anno per la comunità santonofrese la ricorrenza di San Giuseppe, patrono delle famiglie, ha coinciso con la riproposizione della “Cucinejia”.
La tradizione affonda le proprie radici nella religiosità popolare e nel condiviso senso di solidarietà verso il prossimo che costituivano il tratto saliente dell’ormai estinta “civiltà contadina”.
Altri tempi, certo, caratterizzati da ristrettezze economiche ma anche dalla semplicità degli stili di vita e dalla condivisione con gli altri anche del poco di cui si disponeva.

Don Fragalà mentre benedice la tavola in casa Lopreiato
Come conferma la tradizione della “Cucinejia” che, nel giorno della ricorrenza di San Giuseppe, vedeva concretizzarsi la generosità delle famiglie benestanti nei confronti di chi versava invece in condizioni di povertà e indigenza.
In quella giornata la tavola veniva imbandita e a chiunque varcasse l’uscio di casa veniva donata una abbondante razione calda di pasta e ceci.
A rappresentare ulteriormente il calore del focolare domestico, i posti d’onore a tavola venivano assegnati ad una famiglia con prole, ospitata con tutti i riguardi del caso per simboleggiare la “Sacra Famiglia” dei Vangeli composta da Giuseppe, Maria ed il Bambino Gesù.
E proprio quest’anno, in un’ottica di rinnovata speranza e fiducia per il definitivo superamento di questo ultimo periodo caratterizzato dal prolungarsi dell’emergenza pandemica e dalle drammatiche notizie di guerra che rimbalzano dall’Ucraina, la tradizione della “Cucinejia” è stata meritoriamente riproposta da una famiglia santonofrese.
Decano dell’Arciconfraternita del SS. Rosario, della quale per lungo tempo ha rivestito anche il ruolo di Priore, il sig. Giuseppe Lopreiato (“U zziu Peppi i Lisa”, come tutti affettuosamente lo conoscono in paese) ha voluto celebrare con i familiari la ricorrenza dell’onomastico, aprendo simbolicamente per l’occasione le porte della propria casa anche a tutta la comunità attraverso la riproposizione di questa antica usanza.
E così per l’occasione la sua abitazione si è popolata delle presenze amiche di un nutrito gruppo di anziani appositamente invitati.
Con loro presente anche il parroco di Sant’Onofrio, don Franco Fragalà, che dopo aver impartito la benedizione si è soffermato sulla grande valenza spirituale ed aggregativa di una tradizione come quella della “Cucinejia”, testimonianza di valori che non devono andare perduti.
A seguire il pranzo, che ha deliziato con la riproposizione di sapori antichi il palato dei numerosi presenti all’insegna dei ricordi con aneddoti e spunti di riflessione sui tempi andati.
(Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud)