SANT’ONOFRIO: L’ASILO NIDO POTREBBE RIAPRIRE.
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(SANT‘ONOFRIO) L’asilo nido di via Melissandra potrebbe presto riaprire i battenti, restituendo così alla piena fruibilità delle famiglie quello che per oltre un trentennio è stato unanimemente considerato uno dei fiori all’occhiello della comunità.
Ragioni di precarietà strutturale e insostenibilità finanziaria dei costi di gestione ne avevano decretato qualche anno fa la chiusura, causando di conseguenza non pochi problemi alle tante famiglie che mal conciliavano esigenze lavorative con la necessità di accudire i propri piccoli.

A darne notizia, lo stesso sindaco Antonino Pezzo che non nasconde l’“orgoglio di annunciare” il perfezionamento di un “finanziamento di seicentomila euro, a totale carico dello Stato, per l’adeguamento sismico e funzionale dell’ex asilo nido”.
Dopo aver puntualizzato che non si tratta di un “lascito della precedente amministrazione” il primo cittadino, dando evidentemente per scontato il finanziamento del progetto, evidenzia l’“intenzione di ultimare al più presto i lavori e attivare così il nuovo asilo nido”.
L’intervento rientrerebbe in un più vasto progetto di riqualificazione del territorio capace di dare a questa zona un’“identità ed un senso di appartenenza riconoscibili solo attraverso una migliore definizione dello spazio pubblico capace di valorizzarne le innumerevoli potenzialità”.
Partendo da queste premesse, Pezzo non rinuncia a lanciare una frecciata nei confronti del gruppo di minoranza “Tre Spighe” che nei giorni scorsi aveva stigmatizzato la rimozione della bandiera di “Libera” dalla stanza del sindaco.
Da qui l’interrogativo manifestato dal gruppo che fa riferimento all’ex sindaco Onofrio Maragò “se tale decisione sia dovuta alla diversa impostazione amministrativa che la nuova maggioranza ha sulla questione della legalità e del sostegno alle vittime innocenti della mafia”.
Intervenendo su questa vicenda il primo cittadino, dopo aver invitato a “non badare alle ciancie”, rilancia l’operato della propria amministrazione affermando con orgoglio che “non servono bandiere per farci identificare come persone oneste e rispettose della legalità, in quanto puliti dentro”.
(Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud)