SANT’ONOFRIO: BULZOMÍ CHIEDE LE DIMISSIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO.
Da Salvatore Bulzomi’ riceviamo e pubblichiamo.
“Il Presidente del Consiglio taccia almeno e si dimetta per decoro”
Non intendevo assolutamente ritornare sulle mie dismissioni da consigliere comunale di Sant’Onofrio, in quanto la vicenda ormai l’avevo circoscritta ad una esperienze del tutto negativa, mai vissuta, a causa di una amministrazione comunale che ha condotto il paese ad una condizione di inarrestabile declino, con le sue scelte “dannose” e “laceranti”.
Nel leggere la delibera della mia surroga di consigliere comunale, mi colpisce lo smisurato equilibrio e la inaudita competenza del presidente Giuseppe Ruffa, il quale in preda ad un cronico stato di totale confusione e disordine a tutti noto, senza mai aver saputo applicare lo statuto ed i regolamenti comunali, dopo aver ridotto il consiglio ad una bolla di nullità senza confronto democratico, sceglie di divertirsi ancora con le sue fumose dichiarazioni da vignettista da strapazzo.
Mi sento davvero onorato, al contrario di quanto egli vaneggia, di non avere più questo presidente del consiglio e se avesse un poco di decoro dovrebbe immediatamente lasciare la funzione che non ha mai svolto, perché ha agito sotto dettatura di giocolieri politici sempre intenti a tessere piani non diretti al bene comune. La storia sarà implacabile a darci e farci capire tutto questo, purtroppo.
Non ha mai difeso le prerogative del Consiglio Comunale, facendo approvare atti fuori da ogni regola e non sostenendo alcuna iniziativa di partecipazione.
Il bilancio di previsione 2018 veniva approvato senza gli allegati obbligatori, privo addirittura delle delibere che costituiscono la parte fondamentale dell’atto.
Il rendiconto di gestione 2017 veniva approvato con la intransigente opposizione della minoranza che non è stata messa nelle condizione di esercitare il diritto di controllo, avendo avuto il parere del revisore dei conti solo nella stessa giornata della seduta consiliare. Quindi, due atti fuori norma, circostanze puntualmente rilevate durante i lavori consiliari. E queste osservazioni non sono piccolezze, perché riferiti ad atti di importanza basilare della azione amministrativa di un comune. Ma il presidente non se ne curava ed aspettava l’ordine prepotente e definitivo dalle retrovie.
Egli dovrebbe ricordare l’abbandono dell’aula di tutta l’opposizione durante una seduta consiliare per assoluta inagibilità democratica, così come non dovrebbe dimenticare di quanto dichiarato a mezzo stampa dal gruppo consiliare “Insieme per la Rinascita” nel gennaio di quest’anno, allorquando si è scritto che si stava” attuando un vero e proprio sacco eversivo, improntato a disegni impenetrabili”, avendo ridotto la sede del Consiglio ad “una commediola di inutilità mal condotta”. Da allora la situazione si è ulteriormente aggravata e Sant’Onofrio è davvero sfinito.
Non ha mai preso posizione su fatti ingrati compiuti dalla sua maggioranza, come per ultimo lo scontro scellerato e provocatorio con il Comitato Festa della S. Croce 2018 o l’aver creato gli esodati del calcio, costringendo la Società Sportiva Azzurra di effettuare la preparazione in altri comuni, fatti davvero inauditi che non si verificavano neanche nel medioevo e che dovrebbero scuotere tutti gli uomini dotati di un minimo di stile, cortesia e sensibilità.
Invece conferma e consente, come scritto nella mie motivazioni di dimissione da consigliere, di completare di scrivere la pagina nera contro Sant’Onofrio. Davvero raccapricciante.
Credo di non dover insistere più sull’argomento, ma altre situazioni non mancano per davvero. Almeno si taccia. Se taluno o taluni intendessero ancora sproloquiare, basta un cenno. Ed io non mi sottrarrò, tanto per capirci.
(Salvatore Bulzomì)

Salvatore Bulzomì