SANT’ONOFRIO: SULLA DISCARICA ANCORA LE INCOGNITE DEL SITO
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(SANT‘ONOFRIO) Sempre più assimilabile ad un fenomeno carsico, la prevista realizzazione dell’ecodistretto della provincia di Vibo Valentia sembra essersi inabissata, salvo riemergere per qualche aggiornamento occasionale che comunque non contribuisce a dare all’opinione pubblica la necessaria visione d’insieme della delicata vicenda.Proprio in queste ultime ore si è venuti a conoscenza della convocazione diramata dalla Regione Calabria per il prossimo 7 maggio allo scopo di verificare a che punto è il processo organizzativo che dovrebbe consentire dal primo luglio prossimo la piena autonomia in materia di conferimento dei rifiuti indifferenziati da parte dei cinquanta comuni del vibonese.
Una scadenza che comunque difficilmente potrà essere rispettata tanto che si da già per scontata, nelle more della realizzazione del proprio sistema impiantistico, l’accettazione della proposta avanzata dalla provincia di Catanzaro per la realizzazione di un unico piano rifiuti con la relativa tariffa di conferimento pari a 175,60 euro a tonnellata “accorpata” anche per il vibonese.
A far segnare il passo alla realizzazione dell’ecodistretto anche le innumerevoli problematiche legate alla prevista ubicazione in località “Badioti” del comune di Sant‘Onofrio.Una scelta contrastata sin dal momento in cui, a marzo 2017, la proposta venne avanzata dal primo cittadino Onofrio Maragò nel corso di un’assemblea dei sindaci.Da quel momento la proposta, oltre a causare l’alzata di scudi degli abitanti di Sant’Onofrio e delle comunità limitrofe di Filogaso e Stefanaconi, ha più volte fatto registrare forti contrasti in seno all’assemblea dell’Ato.Un crescendo di dubbi ha accompagnato la paventata realizzazione dell’ecodistretto in un’area da tutti ritenuta di “grande pregio naturalistico” tanto da indurre la stessa Regione Calabria a tutelarsi con la richiesta al comune di Sant’Onofrio di uno “studio di scoping esteso ad un’area significativa intorno a quella di sedime del polo impiantistico” per meglio comprendere la “vincolistica insistente sullo stesso” .Lo studio in questione veniva consegnato alla Regione lo scorso 19 dicembre nel corso di un incontro cui erano presenti l’assessore all’ambiente di Vibo Valentia ed i sindaci di Sant’Onofrio, Vallelonga e Filogaso.
In considerazione di tutto ciò e “quale supporto alle scelte dell’Ato” il Dipartimento Ambiente della Regione riteneva “opportuno” interessare la Struttura tecnica di valutazione affinchè sulla “scorta dello studio prodotto dal comune proponente e dopo aver effettuato un sopralluogo in loco esprima il proprio parere sulla idoneità dell’area in rapporto all’utilizzo previsto”.A rendere ancora più dibattuta la scelta operata a maggioranza dall’assemblea dei sindaci la mancata approvazione da parte del comune di Sant’Onofrio del Piano strutturale che pure avrebbe potuto fornire importanti indicazioni sulla destinazione e sui vincoli esistenti sull’area in questione e la notizia risalente allo scorso febbraio che i “carabinieri avevano bussato alle porte del municipio di Vibo Valentia per prelevare tutta la documentazione relativa all’Ato”.Ad agitare ulteriormente le acque la notizia che lo scorso 19 aprile i carabinieri della stazione di Sant’Onofrio guidati dal comandante maresciallo Domenico Fazzari dopo essere rimasti per l’intera mattinata negli uffici comunali di via Raffaele Teti ne sarebbero usciti con un consistente faldone di documenti.Sulla vicenda vige il segreto istruttorio e quindi non è dato sapere se sia direttamente collegabile all’ecodistretto, ma appare comunque indicativa delle crescenti difficoltà in cui in quest’ultimo periodo si sta venendo a trovare l’amministrazione comunale targata “Tre Spighe”.(Raffaele Lopreiato)