RIFIUTI, SEQUESTRATI GLI ATTI DELL’ASSEMBLEA DELL’ATO. L’ATTIVITÀ DOPO I MESI DI ACCUSE, SOSPETTI E VELENI SULL’ECO-DISTRETTO CON DISCARICA DA REALIZZARE A SANT’ONOFRIO
La documentazione sarebbe stata acquisita dai carabinieri a palazzo “Luigi Razza” comune capofila dove le sedute vengono svolte
Rifiuti, sequestrati gli atti dell’assemblea dell’Ato
L’attività dopo i mesi di accuse, sospetti e veleni sull’eco-distretto con discarica da realizzare a Sant’Onofrio
I carabinieri “bussano” a palazzo “Luigi Razza”, entrano, si dirigono negli uffici del segretario generale dove sarebbe stata acquisita tutta la documentazione relativa alle recenti sedute dell’assemblea dell’Ato composta dai sindaci del Vibonese e presieduta dal primo cittadino della città capoluogo, Elio Costa.
L’attività dell’assemblea dei sindaci in questi ultimi mesi è stata in particolar modo focalizzata sulla costituzione dell’Ato, ambito a cui competono scelte in materia di rifiuti e ambientale. E la “visita” a palazzo “Luigi Razza” dei militari potrebbe essere in un certo qual senso considerata come annunciata visto che sulla gestione associata dei rifiuti e sulla realizzazione dell’eco-distretto (impianto di recupero spinto con annessa discarica) a Sant’Onofrio lo scontro c’è stato in passato e continua a esserci a oggi, nonostante l’assemblea con 21 voti favorevoli, 3 contrari e 2 astenuti nei mesi scorsi abbia dato il via libera per il sito indicato dal Comune di Sant’Onofrio.

Assemblea ATO Vibo Valentia
Nel tempo, infatti, attorno all’eco-distretto – e prima ancora che l’assemblea dell’Ato desse disco verde – è stato un fiorire di esposti e denunce, di sospetti e veleni, di memorie annunciate e presentate alla Procura. Per cui è possibile che l’attività dei carabinieri i quali avrebbero sequestrato a palazzo “Luigi Razza” la documentazione relativa alla seduta dell’assemblea Ato – e sulla quale vige il massimo riserbo – sia una diretta conseguenza dell’azione di quanti si sono da sempre opposti alla realizzazione dell’impianto in località Badioti di Sant’Onofrio.
Un progetto contrastato apertamente da sempre soprattutto da tre sindaci: Massimo Trimelliti (Filogaso), Nicola Solano (Stefanaconi) ed Egidio Servello (Vallelonga), centro quest’ultimo che si era candidato ad accogliere l’impianto. Accanto a loro il comitato “No discarica” di Sant’Onofrio e l’opposizione consiliare, nonché il capogruppo di minoranza al Comune di Vazzano. Insomma uno “zoccolo duro” dal quale potrebbe essere arrivato l’input per approfondire il caso. A tutto ciò vi è da aggiungere la documentazione prodotta dal sindaco di Vallelonga, nel corso dell’assemblea dell’Ato dello scorso 21 luglio, relativamente a un problema giudiziario che esisterebbe sul terreno individuato a Sant’Onofrio in merito a un sequestro a carico di una società. Una vicenda che, comunque, aveva già registrato la replica del sindaco di Sant’Onofrio il quale aveva esibito le visure catastali dalle quali non risultava alcun sequestro e alcun pregiudizio da gennaio 1989 al 26 luglio scorso.
Ma nel tempo accuse e sospetti hanno scandito l’affaire impianto di trattamento spinto con annessa discarica dietro cui, in base a quanto sostenuto in pubblici incontri dagli oppositori del progetto, si sarebbero celati e si celerebbero interessi personali.
Comunque sia dopo il clamore dei mesi scorsi, le denunce e le repliche, l’acceso dibattito che ha caratterizzato i rapporti tra maggioranza e opposizione a Sant’Onofrio – da una parte la compagine “Tre spighe” guidata dal sindaco Onofrio Maragò, dall’altra i consiglieri dei gruppi “Rinascita” e “Per Sant’Onofrio” – è praticamente dall’inizio dell’anno che dell’eco-distretto non si parla quasi più. Sono seguite riunioni alla Regione (sul cui esito non si è avuto riscontro), mentre più di recente a ingarbugliare la matassa

località vajoti
è stata la decisione della Regione di sospendere il procedimento autorizzativo a favore della ditta “Ecolux srl”. La stessa ditta a cui, tre anni fa, l’ex amministrazione comunale di Sant’Onofrio aveva respinto il progetto per la realizzazione, sempre in località Badioti, di una megadiscarica, dove sarebbero confluiti anche rifiuti pericolosi, ritornata alla carica ripresentando un nuovo progetto di discarica per rifiuti non pericolosi.
Marialucia Conistabile Gazzetta del Sud 10/02/2018
Gli interrogativi
Una questione su cui pesa pure il vincolo ambientale
Denunce, accuse reciproche, repliche, controrepliche e anche “vincoli”. Insomma attorno all’impianto di trattamento spinto dei rifiuti con annessa discarica sembra esserci di tutto e di più.

comitato No discarica
Nel tempo, infatti, altra questione sollevata è stata quella di un vincolo di natura ambientale che la Forestale avrebbe posto sulla zona. E di «vincolistica presente nell’area individuata» avevano parlato anche, sollevando non pochi interrogativi, sia il comitato “No discarica” sia i gruppi consiliari di minoranza di Sant’Onofrio sia il sindaco di Filogaso, Massimo Trimelliti.
Interrogativi a cui la decisione dell’assemblea Ato – che ha deliberato per l’impianto in località Badioti – non ha posto fine anche in considerazione del fatto che nel sito confluirebbero i rifiuti dei 50 comuni del Vibonese per essere trattati nell’impianto di recupero spinto, mentre per la parte irrecuperabile andrebbero smaltiti nell’annessa discarica.