SANT’ONOFRIO: I RIBELLI DELLA DIFFERENZIATA
(SANT’ONOFRIO) Avviato lo scorso mese di marzo, dopo un articolato lavoro preparatorio e informativo che ha registrato il coinvolgimento attivo di scuole, associazioni e cittadini, il servizio di raccolta differenziata ha radicalmente cambiato le abitudini dei santonofresi in materia di smaltimento dei rifiuti.
Definitivamente dismessi gli sgradevoli quanto maleodoranti cassonetti fino a quel momento disseminati lungo le vie del paese, si apriva una fase nuova con la responsabilizzazione dei cittadini che per la prima volta si cimentavano tra le mura domestiche nell’impegnativa opera di separazione dei rifiuti per come specificato dal regolamento comunale.
Le prime verifiche e campionature effettuate sul differenziato davano esiti soddisfacenti ed in linea con il trend percentuale ottimale, anche se non mancavano i prevedibili disguidi organizzativi che specie in alcune zone del paese creavano problemi ai cittadini.
Un dato preoccupante, comunque, sin dai primi giorni balzava agli occhi della comunità.
La pervicace pigrizia di chi a priori si rifiutava di adeguare il proprio comportamento alle nuove regole preferendo continuare ad agire come nel recente passato: raccogliere tutti i rifiuti nello stesso sacchetto e abbandonarli nel primo tratto isolato di strada che incontra.
Un atteggiamento che non sfuggiva all’amministrazione comunale che più volte interveniva per stigmatizzare tali modi di fare anche se con scarsi risultati, come conferma lo spettacolo indecoroso che ancora oggi si presenta agli occhi di chi si trovi ad attraversare una delle tante strade periferiche o di campagna che costellano il territorio comunale.
E’ il caso ad esempio della strada “Colafiore” che partendo dal cimitero costeggia l’acquedotto comunale per poi immettersi sulla Provinciale che conduce allo svincolo autostradale.
O, ancora, del depuratore di località “Ciavuli” e dello spiazzale antistante gli alloggi popolari di via Giovanni XXIII.
Sempre identico lo spettacolo che si presenta: cumuli di sacchetti di rifiuti urbani in avanzato stato di decomposizione, vecchi materassi, carcasse di elettrodomestici ed ingombranti di ogni genere.
Un biglietto da visita di sicuro non edificante per l’intera comunità specie in questa fase della stagione estiva caratterizzata dal ritorno di tantissimi emigrati e dallo svolgimento di manifestazioni aggregative di sicuro richiamo.
E, soprattutto, una spina dolorosa per l’amministrazione comunale.
Che, vagheggiando “nordiche esperienze”, nel mentre sembra aver portato a traguardo l’autocandidatura ad ospitare l’impianto di differenziazione spinta con annessa discarica per i rifiuti dei cinquanta comuni della provincia vibonese, non può nei fatti dimostrarsi incapace di ricondurre a ragione pochi cittadini riottosi verso le regole della convivenza civile.
(Raffaele Lopreiato)