SANT‘ONOFRIO:PRONTA L’ADESIONE COMUNALE AI PROGETTI DELLO SPRAR
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(SANT‘ONOFRIO) Un fatto è certo: indietro non si torna ed anche Sant’Onofrio è in fase avanzata l’adesione ai progetti dello Sprar, la rete predisposta dal Ministero degli Interni con i comuni per fornire protezione ai rifugiati.
Un’ulteriore conferma si è avuta in occasione dell’assemblea indetta dall’amministrazione comunale e svoltasi nella serata di lunedì scorso.
Numerosi i cittadini intervenuti e non poteva essere diversamente considerata l’impatto sociale del progetto predisposto dall’esecutivo guidato dal sindaco Onofrio Maragò che prevede l’accoglienza di 20 migranti già dal prossimo 1 luglio.
E proprio sulle modalità del percorso intrapreso si è registrata la dura presa di posizione dei gruppi consiliari di minoranza che già avevano lamentato il mancato coinvolgimento in una decisione che considerate le “ricadute che avrà sull’intera comunità non può essere derubricata a mera attuazione del programma della lista Tre Spighe”.

Una posizione ribadita anche in occasione dell’assemblea, polemicamente disertata dai consiglieri Salvatore Bulzomì e Pino Arcella (gruppo “Rinascita”) per protestare contro un progetto che “prima avrebbe dovuto essere portato in consiglio comunale”.
Presenti invece all’incontro i consiglieri di opposizione Pietro Lopreiato e Paolo Riga (“Per Sant’Onofrio”) ma non per questo meno duri con la maggioranza accusata di aver allestito una “farsa in quanto una decisione di tale rilevanza andava discussa con i cittadini e poi deliberata e non viceversa”.
A ricondurre nei binari del confronto il dibattito, coordinato dal presidente del consiglio Giuseppe Ruffa, è stato don Franco Fragalà che con il cuore in mano ha parlato alle coscienze dei suoi parrocchiani esortandoli a “superare le contrapposizioni politiche” ed insistendo sul “dovere morale dell’accoglienza, così dimostrando di essere uomini e credenti”.

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Per don Franco “è necessario lavorare per l’integrazione, facendoci carico delle sofferenze di questi nostri fratelli”.
“Sappiamo bene che sarà un cammino irto di difficoltà – ha affermato il parroco – ma provarci è per noi un onore”. 

Anche Mario El Afia, da vent’anni a Sant’Onofrio e che per il suo impegno sindacale si è conquistato sul campo i galloni di rappresentante di spicco della comunità marocchina vibonese, ha sferzato i santonofresi invitandoli a guardare avanti con coraggio e tolleranza: “Siete una comunità aperta che attualmente ospita 160 immigrati e senza che questo abbia creato problemi”.
“Mi rifiuto di pensare – ha sottolineato El Afia – che accogliere 20 rifugiati politici che peraltro già da alcuni anni vivono in Italia possa diventare un ostacolo sulla strada della pacifica convivenza”.
Numerosi sono stati poi i cittadini che si sono succeduti nel dibattito facendo affiorare preoccupazioni che comprensibilmente accompagnano sempre queste esperienze.

Si è trattato di interventi che hanno incalzato l’amministrazione comunale ponendo interrogativi sulle “reali finalità formative del progetto che deve offrire opportunità di sviluppo anche per la comunità”, sulla necessità di “non ospitare i rifugiati in un’unico quartiere che altrimenti finirebbe ghettizzato” e sull’“impegno concreto che dovrà essere garantito dalle istituzioni e dalle forze dell’ordine per far sì che tutto si svolga nella piena legalità”.
A questi quesiti ha risposto il sindaco nel suo intervento conclusivo.
Maragò, dopo aver garantito che “non ci saranno ammassamenti ma una distribuzione omogenea dei rifugiati”, ha assicurato che il progetto si “svolgerà nella più assoluta trasparenza con il comune che eserciterà appieno il suo ruolo di controllo e coordinamento delle diverse attività previste”.
“A tale scopo – ha ribadito il primo cittadino – garantisco fin d’ora che ci avvarremo di personale specializzato e sarà bandita ogni forma si speculazione. Non sarà un cammino facile ma con la collaborazione di tutti ce la faremo”.
(Raffaele Lopreiato)